Beh è un discorso molto logico invece. Il lavoro è necessario ma non nobilita nulla, e me l’hai ribadito tu stesso quando mi hai scritto che se diventassi ricco, della sua nobiltà te ne sciacqueresti lo scroto. O forse perde della sua nobiltà non appena perde la sua necessarietà? E poi leggere, studiare, stare con gli affetti (chi è fortunato ad averli ancora) sono tutte attività che puoi ritagliarti sempre, anzi molto spesso chi ha un lavoro ha il tempo dimezzato, spesso si torna a casa consci del fatto che per se stessi non si sia fatto niente, e pure stanchi mentalmente. Basta balle, chi è povero deve lavorare per necessità, mentre chi è ricco gli direi di godersi la sua vita e coltivare i propri interessi in maniera differente, non dentro ad un ufficio (ufficio se ti va grassa) con un povero coglione che ti dice cosa devi fare.