Diario di • Char •

A breve si inizia a lavorare. Che palle. Ieri notte degustazione di champagne con tutti i ricchi bevitori della mia città. Devo mettermi a studiare lo champagne, lo bevo, mi piace, ma sono ignorante. Il linguaggio del upper middle class é sempre bello, cultura, arte, bella vita, belle macchine.
Se non fosse per la mancanza di una donna, non potrei proprio lamentarmi.

Lavorare è inutile se si è brutti. Lascia perdere le anacronistiche mode e il conformismo da borghesi anni 80, non ti renderanno felice.
Fossi in te farei come il Papi.
 
Last edited:
Lavorare per mandare avanti il carrozzone capitalistico senza nemmeno una figa come ricompensa per te è giusto?
L'alternativa qual'é? Oziare a casa con mamma e papà? Meglio una vita a lavorare, essere autonomi, una bella casa, delle vacanze, dei risparmi. Le donne non sono tutto. E lo dice un brutto vero che non può averle.
 
“A volte capita che debba andare ai ricevimenti e allora vedo quei professionisti ricchi e provo una tale pena per loro. Hanno conquistato il denaro, sì. Hanno conquistato il successo e il potere. Eppure sono frustrati perché si sono accorti di aver avuto una vita vuota. Non vorrei essere al posto loro quando viene l'ora dei lupi. Ingmar Bergman la chiama l'ora dei lupi, cioè l'ora antelucana, l'ora in cui ci troviamo soli anche se accanto c'è la compagna della nostra vita, e non possiamo mentire a noi stessi.” — Sandro Pertini
 
«Ho voluto la mia solitudine
sono senza amore, mentre, barbaro
o miseramente borghese, il mondo è pieno,
pieno d’amore…
e sono qui solo come un animale
senza nome: da nulla consacrato,
non appartenente a nessuno,
libero di una libertà che mi ha massacrato».
 
Essere o malessere, questo è il dilemma @Vomitorio
«Essere, o non essere, questo è il dilemma:
se sia più nobile nella mente soffrire
colpi di fionda e dardi d'oltraggiosa fortuna
o prender armi contro un mare d'affanni
e, opponendosi, por loro fine? Morire, dormire…
nient'altro, e con un sonno dire che poniamo fine
al dolore del cuore e ai mille tumulti naturali
di cui è erede la carne: è una conclusione
da desiderarsi devotamente. Morire, dormire.
Dormire, forse sognare. Sì, qui è l'ostacolo,
perché in quel sonno di morte quali sogni possano venire
dopo che ci siamo cavati di dosso questo groviglio mortale
deve farci riflettere. È questo lo scrupolo
che dà alla sventura una vita così lunga.
Perché chi sopporterebbe le frustate e gli scherni del tempo,
il torto dell'oppressore, l'ingiuria dell'uomo superbo,
gli spasimi dell'amore disprezzato, il ritardo della legge,
l'insolenza delle cariche ufficiali, e il disprezzo
che il merito paziente riceve dagli indegni,
quando egli stesso potrebbe darsi quietanza
con un semplice stiletto? Chi porterebbe fardelli,
grugnendo e sudando sotto il peso di una vita faticosa,
se non fosse che il terrore di qualcosa dopo la morte,
il paese inesplorato dalla cui frontiera
nessun viaggiatore fa ritorno, sconcerta la volontà
e ci fa sopportare i mali che abbiamo
piuttosto che accorrere verso altri che ci sono ignoti?
Così la coscienza ci rende tutti codardi,
e così il colore naturale della risolutezza
è reso malsano dalla pallida cera del pensiero,
e imprese di grande altezza e momento
per questa ragione deviano dal loro corso
e perdono il nome di azione.»
 
Ogni parte della nostra vita, compresa quella che consideriamo felice, è come una continua lotta, e l'esito di essa è sempre la perdita e il fallimento.
 
Ogni tanto spero che arrivi qualcuno ad aiutarmi, a togliermi da tutto questo, a darmi un briciolo di dignità umana, poi ricordo cosa sono gli esseri umani, e che nessuno mi salverà e ho solo me stesso e che anzi devo ringraziare per quello che ho, perché c'è chi non ha niente. Domani mi attende un altro giorno in cui si cercherà di fare qualche passo avanti.

Ultimamente sto leggendo il maestro e margherita. Ci sarebbero da fare delle considerazioni serie sul messaggio, ma l'unica cosa che mi viene in mente é che non cambia mai niente, tutto resta uguale, non credo che la situazione attuale sia così diversa da quella che ha vissuto Bulgakov. Forse ci sono artisti di quella caratura che adesso, nella più genuina disperazione stanno scrivendo un'altra fantastica opera d'arte. Sarebbe a suo modo bello.
 
Ormai vado avanti da solo. L'unica "persona" che mi dia un po' di affetto é il mio gatto. I miei genitori pretendono ancora e sempre di più. Ormai neanche il nuovo posto di lavoro che ho ottenuto basta.
E' un continuo devi essere così. Devi fare questo.
Pensano solo ai soldi. Vivono in simbiosi col denaro e per loro godersi la vita é assurdo.
 
Ormai vado avanti da solo. L'unica "persona" che mi dia un po' di affetto é il mio gatto. I miei genitori pretendono ancora e sempre di più. Ormai neanche il nuovo posto di lavoro che ho ottenuto basta.
E' un continuo devi essere così. Devi fare questo.
Pensano solo ai soldi. Vivono in simbiosi col denaro e per loro godersi la vita é assurdo.
Hai appena vinto un concorso. Che pretendono ancora?
 
“A volte capita che debba andare ai ricevimenti e allora vedo quei professionisti ricchi e provo una tale pena per loro. Hanno conquistato il denaro, sì. Hanno conquistato il successo e il potere. Eppure sono frustrati perché si sono accorti di aver avuto una vita vuota. Non vorrei essere al posto loro quando viene l'ora dei lupi. Ingmar Bergman la chiama l'ora dei lupi, cioè l'ora antelucana, l'ora in cui ci troviamo soli anche se accanto c'è la compagna della nostra vita, e non possiamo mentire a noi stessi.” — Sandro Pertini
Cosa intendeva Sandro Pertini con questa dichiarazione?
 
Back
Top