Io le persone continuo a giudicarle con altri presupposti (e io sono andato a convivere a 22 anni) se uno a 45 anni vive ancora con i genitori avrà i suoi motivi e se la società pensa che una persona per questo motivo non meriti di avere una donna direi che siamo fuori strada amico...
io purtroppo , per carattere,avevo occasione per convivere, ma poi ho visto solo lati negativi
Poi io sarei il bluepillato? Boh ragazzi io veramente non vi riesco più a seguire, qua secondo me mancano delle basi importanti.
Conosco uno che ha vissuto con i suoi fino a 39 anni. A 40 anni si è sposato e ha avuto un figlio. Certo, aveva la possibilità economica, ma se uno non le ha? Io sono riuscito ad andarmene di casa a 32 anni, nonostante sono laureato e con ottimi voti. Ma se provieni dal sud e per giunta da una famiglia non benestante, come la mia, riuscire a 32 anni è un miracolo.
Pensare che sia giusto che una donna ti scarti perché vivi ancora con i genitori è assolutamente blupilled, per me giudicare un uomo da queste cose è roba da matti
Di dove sei?
Città mediogrande costosa in nord italia
Disprezzo ricambiato!
Stando a casa dei genitori risparmi soldi, anzitutto. Riguardo lo Status, se uno è un buon sportivo, un politico o qualcuno impegnato nel sociale e vive a casa dei genitori, capirai cosa cambia a livello di reputazione.
Sono cazzate amico, ripeto per l'ennesima volta perché forse il concetto non è chiaro anche se è veramente basilare...SE NON VIVI IN UNA CASA DI LUSSO E/O TRASUDI RICCHEZZA DA TUTTI I CAZZO DI PORI se a 45 anni vivi ancora nell'appartamento dei tuoi sei destinato matematicamente al 100% a non beccare mezza figa nemmeno per sbaglio...cosa non è chiaro di questo passaggio? A 30 sei al limite, a 32/34 ancora puoi essere consoderato un po' mezzo nel limbo ma male male comunque (me compreso) ma oltre sei totalmente fuori salvo le condizioni sopra citate, non è difficile porca troia dai.
Pensa fregarsene qualcosa del parere di una wallata..ahahhahah
Uno farà il cazzo che vuole e che può permettersi ma è innegabile che non avere casa propria per farci il cazzo che vuoi è un mezzo handicap.
Che sia un mezzo handicap è assodato. Una volta capito, o si lavora per migliorare la propria condizione oppure si accetta che il tutto non dipende da noi (se il costo del cibo è triplicato nel giro di tre anni e gli affitti sono raddoppiati mentre gli stipendi rispetto a venti anni fa sono diminuiti non è certamente colpa mia) e si cerca di tirare avanti. Quello che non sopporto è il giudizio che ti delinea come persona meritevole rispetto al possedere un bene materiale. È una piega che sta prendendo piede in sempre più persone. Io me ne sbatto altamente perché conosco il mio valore personale e la fogna in cui vivo: è vero, non scoperò, ma avrò la consapevolezza del perché rispetto a chi ci è rimasto sotto con la cultura dei social ed ambisce a voler fare a tutti i costi una vita che per loro è praticamente irraggiungibile, sia uomini che donne, con il risultato di vivere un malessere profondo.
Io se permetti son per il lavorare per cambiare la mia condizione, se voi volete accasciarvi perché non riuscite a uscire da casa dei vostri genitori ma soprattutto perché non avete voglia di sforzarvi per provare a cambiare questa condizione beh vi state semplicemente autocondannando basta che poi non andate a dar alle tipe delle troie o altro.
A volersi accasciare per sfizio sono i masochisti e chi può permettersi di farlo. Se si è arrivati ad un certo malessere sociale è per un preciso programma voluto. Ne ho letti vari di manuali di self help all'americana che ti spronavano a lavorare su se stessi e possono valere fino ad un certo punto, una persona è quello che è sin dall'imprinting avuto dalla nascita, dall'ambiente in cui è vissuto, dalle sue esperienze volute e non e dalla genetica, da qui anche il discorso della presunta autocondanna che è complesso e mai voluto precisamente per un semplice fattore di autosopravvivenza innato nell'uomo (anche la debolezza fisica è mentale del corpo, indotta dalla depressione, è un modo per preservare dal suicidio del corpo stesso, paradossalmente).